15 Ottobre 2021

Stai pensando all’apertura di un franchising? Ecco quello che devi sapere

Franchising: come funziona e quali sono i vantaggi

Il franchising è una forma di collaborazione tra un’azienda che produce o distribuisce un determinato prodotto e uno o più imprenditori intenzionati a commercializzare quel prodotto.

Che cos’è il franchising?

Aprire in franchising è la soluzione ideale per chi desidera mettersi in proprio perché riduce al minimo i rischi d’impresa e permette di avviare un’attività commerciale vincente, traendo profitto da un marchio già consolidato sul mercato.

Che cos’è il franchising? Il franchising, detto anche “affiliazione commerciale”, è una forma di collaborazione tra imprenditori: un franchisor, produttore o distributore con un marchio già affermato, e un franchisee, rivenditore autonomo che desidera mettersi in proprio.
La formula di collaborazione in franchising prevede che il distributore metta a disposizione dell’affiliato i propri prodotti e il proprio marchio. Il rivenditore, invece, dovrà versare periodicamente una percentuale di fatturato al franchisor, sommata spesso a una fee d’ingresso per iniziare l’attività.

In altre parole, il franchisee commercializza i servizi della casa madre, beneficiando del marchio e dell’esperienza di quest’ultima, mentre il franchisor amplia il proprio business grazie all’apertura dei punti vendita associati.

In Italia il franchising è regolamentato dalla legge n.129 del 6 maggio 2004.

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Quali sono i numeri del franchising: i dati di Assofranchising

Il franchising regge il colpo della pandemia e si consolida nel sistema imprenditoriale italiano con un giro d’affari che nel 2020 è pari a € 27.058.533.300 (+3,5% rispetto al 2019): a dirlo sono i dati del Rapporto Assofranchising 2021 – Strutture, Tendenze e Scenari, elaborato dal Servizio Studi Assofranchising in collaborazione con CREA, che presenta i dati relativi allo stato di salute del franchising nel 2020.

Cresce il numero di punti vendita affiliati in Italia (+1,3%), mentre si registra un leggero calo di quelli in franchising all’estero (-2,9%). In crescita anche le reti con sede all’estero che operano in Italia solo tramite franchisee (+3,4%), il numero di addetti nel sistema franchising (+4,8%) e leggermente anche la media di occupati per punti vendita che, in Italia, salgono a +5,2%.

Il report dedica spazio anche all’analisi della distribuzione del franchising in base alle aree geografiche: il Nord-Ovest è al primo posto per numero di franchisor (312 pari al 36,8%), seguito dal Sud (182 pari al 21,5%), dal Nord-Est (177 pari al 20,9%) e, infine, dal Centro (176 pari al 20,8%). In particolare, le regioni italiane che ospitano il maggior numero di franchisor sono la Lombardia (244) e il Lazio (95), seguite da Veneto (85), Campania (82) ed Emilia Romagna (72).

Un altro dato interessante è quello relativo all’occupazione femminile: dal Rapporto Assofranchising 2021, infatti, emerge che il numero di imprenditrici è cresciuto rispetto al 2019. La percentuale del 38,1%, ancora di molto superiore al dato nazionale che si attesta al 21,9%, dimostra quanto la formula dell’imprenditorialità in affiliazione risulti particolarmente adatta per le donne che scelgono l’autoimpiego.

Quanto costa aprire un’attiva in franchising? Secondo i dati condivisi da Assofranchising la cifra da investire per l’avvio delle attività, nella maggior parte dei casi, è inferiore ai 100.000 euro.

Un altro aspetto meritevole d’attenzione è la durata del contratto, ovvero la base del rapporto tra franchisor e franchisee: nel 2020 circa il 73% dei contratti è della durata compresa tra i 3 e i 5 anni, dato sostanzialmente invariato rispetto al 2019. La fascia tra i 7 e i 10 anni, invece, è in crescita rispetto al 2019 e passa dall’8% all’8,5%.

Tipologie di franchising: di distribuzione, di servizi e industriale

Come abbiamo già detto, il franchising è una formula commerciale che si basa su un contratto di collaborazione tra due soggetti differenti: il franchisor, ovvero la casa madre, e il franchisee, ossia l’affiliato.

In relazione al contratto si possono distingue tre macro tipologie di franchising:

  1. Di distribuzione: è il tipo di affiliazione più diffusa e prevede che il franchisor fornisca al franchisee il know-how su tecniche e metodi commerciali, oltre a concedergli il diritto di usare la Brand Identity dell’azienda madre, di vendere i prodotti e di utilizzare la stessa insegna. Esempi di franchising di distribuzione sono: abbigliamento, alimentari, profumeria, High-Tech ed elettrodomestici, automobili, servizi per la cura della persona, prodotti per l’infanzia;
  2. Di servizi: le caratteristiche del franchising di servizi sono identiche a quelle del franchising di distribuzione con la differenza che in questo caso il franchisee non vende prodotti della casa madre ma i servizi che la stessa fornisce sul territorio di riferimento. Esempi di franchising di servizi sono le agenzie di viaggio, la ristorazione, l’hotellerie, i corsi di formazione professionale, la compravendita di immobili e i servizi finanziari;
  3. Industriale: la casa madre concede e trasmette all’affiliato la licenza dei brevetti di fabbricazione ed i marchi, le tecniche e le procedure di produzione, la tecnologia e l’assistenza continuativa. Ciò permette al franchisee di produrre e commercializzare i beni prodotti nel proprio laboratorio, utilizzando il know-how e le tecniche di vendita trasmesse dal franchisor. Il franchising industriale è utilizzato soprattutto nel settore della ristorazione.

Affiliazione commerciale: 5 esempi di franchising

Ecco cinque esempi di affiliazione commerciale:

  1. Franchising Semplice: affiliazione commerciale classica con apertura di un punto vendita (fisico o virtuale);
  2. Franchising Multiplo: affiliazione commerciale classica con apertura e gestione di più punti vendita;
  3. Corner Franchising: conosciuto anche con il nome di franchising parziale, è una forma di affiliazione che prevede l’inserimento di uno spazio dedicato ai prodotti / servizi della casa madre all’interno dell’attività, già avviata e compatibile, dell’affiliato;
  4. Franchising con Conto Vendita: la formula, pensata per i negozi fisici, garantisce all’affiliato forniture senza pagamenti anticipati, pagamento solo del venduto e reso dell’invenduto;
  5. Franchising Dropshipping: è una forma d’impresa che si sviluppa online e prevede il pagamento della merce solo dopo l’effettiva vendita, uso del magazzino centrale e logistica centralizzata.

Diventare un franchisee: tutto quello che devi sapere

Vediamo quali sono le attività necessarie per mettersi in proprio e diventare un franchisee:

  • Scegliere il franchising: la ricerca del franchisor è il primo passo per chi vuole aprire un’attività in franchising. Per trovare il franchisor perfetto si possono svolgere ricerche riguardanti l’azienda e consultare, ad esempio, i comunicati stampa, i documenti o i testi informativi sull’attività che possono rivelarsi molto utili;
  • Contattare l’azienda scelta: una volta individuato il business nel quale investire bisogna mettersi in contatto con l’azienda e inviare la propria candidatura. In seguito all’invio della proposta, si potrà ricevere un primo feedback, spesso costituito dalla richiesta di incontro o colloquio telefonico cui segue, in genere, un incontro direttamente in azienda. In questa fase il potenziale franchisee potrà porre tutte le domande necessarie all’affiliante, mentre il franchisor sarà tenuto a dare informazioni veritiere e a presentare tutti i dati aziendali richiesti;
  • Esaminare il contratto: prima di iniziare la collaborazione, il franchisor presenta al franchisee il contratto che contiene tutte le regole che l’affiliato deve impegnarsi a rispettare. La formula franchising, infatti, prevede che l’affiliato aderisca alle rigide regole aziendali e segua le linee guida della casa madre. L’affiliante, invece, si impegna a garantire corsi di aggiornamento ai propri franchisee per ottimizzare il lavoro e uniformare le attività;
  • Valutare costi e spese: aprire un’attività in franchising è sicuramente l’alternativa più economica per mettersi in proprio, tuttavia ci sono dei costi fissi che non si possono evitare. Quindi, prima di sottoscrivere il contratto, il potenziale affiliato deve sapere quali sono le spese che dovrà sostenere per la propria attività a partire dai costi legati allo spazio fisico, al personale e alle attrezzature necessarie. Va inoltre ricordato che spesso il franchisor può richiedere all’affiliato una quota d’iscrizione per coprire i diritti d’ingresso oppure un livello minimo di capitale per entrare a far parte del proprio network in franchising. Altri costi fissi del franchising sono le royalties, ovvero le percentuali fisse che il franchisee paga al franchisor in base al giro d’affari e al fatturato. Infine, esistono minime spese pubblicitarie relative ad attività di marketing e comunicazione.

Quali sono i requisiti per aprire un negozio in franchising?

Ecco quali sono i requisiti necessari per aprire un negozio in franchising:

  1. Aprire la partita Iva presso l’Agenzia delle entrate;
  2. Effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio;
  3. Aprire la posizione Inps e Inail (in alternativa, è possibile espletare le principali registrazioni attraverso la Comunicazione Unica, da inviare in via telematica con posta certificata PEC alla Camera di Commercio);
  4. Consegnare la dichiarazione di inizio attività al Comune almeno 30 giorni prima dell’apertura;
  5. Richiedere il permesso per esporre l’insegna esterna;
  6. Pagare i diritti SIAE per la diffusione di musica;

Ulteriori requisiti potrebbero essere richiesti in base alla categoria merceologica trattata o ai servizi offerti. Nel caso di vendita alimentare, ad esempio, è richiesta l’abilitazione (SAB o titolo equivalente, ed HACCP) alla manipolazione e commercializzazione di alimenti e bevande.

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