17 Febbraio 2022

Euro digitale, come prepararsi alla moneta elettronica europea

A poco più di vent’anni dal lancio della sua circolazione monetaria, la situazione dell’euro è profondamente mutata e potrebbe presto vivere un nuovo rivoluzionario passaggio della sua storia, con l’introduzione dell’euro digitale.
Una storia che, ripensando al 1 gennaio 2002 quando entrò per la prima volta nel portafoglio dei cittadini, si va sempre più ammodernando e sistematizzando. Un primo esempio concreto di quest’ultimo termine? Il sempre maggior utilizzo delle transazioni digitali, che stanno sempre di più andando a sostituire l’utilizzo del contante. Questo primo e quasi obbligatorio passo, vista la diffusione di metodi di pagamento sicuri e veloci, è quantificabile in un’importante +23% che riguarda i primi sei mesi del 2021 rispetto all’anno precedente. Il dato emerge dalle rilevazioni dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, secondo il quale la cifra raggiunta dai pagamenti elettronici aveva superato i 145 miliardi di euro e sembra destinata a salire, ben prima che a scendere: carte prepagate, carte di debito, pagamenti contactless, la via è ormai tracciata verso una digitalizzazione sempre più predominante.

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La moneta elettronica europea, allo studio le possibili applicazioni

Tutto questo in un mondo dove il mondo delle criptovalute si sta facendo sempre più spazio, con le “rappresentazioni digitali di valore che nascono, vivono e sono custodite elettronicamente” (come le definisce la Banca d’Italia) che hanno ormai superato il traguardo delle 4.000 unità e sono osservate e studiate con grande attenzione da molti istituti importanti. Questo per capire se la loro applicazione ed esistenza può essere regolamentata, e stando alle mosse della Banca Centrale Europea la risposta è positiva. Dallo scorso luglio infatti la BCE ha lanciato l’operazione “Euro digitale”, la quale potrebbe portare a una nuova piccola grande rivoluzione nell’utilizzo della moneta elettronica unica. Quale è il primo passo? Il lancio di una fase di indagine che è partita a ottobre 2021 e durerà due anni, un periodo durante il quale verrà esaminato come potrebbe essere configurato l’Euro Digitale, il modo nel quale vada distribuito ai cittadini e il suo impatto sul mercato oltre alle modifiche alla legislazione europea che sarebbero necessarie. È importante specificare come si sia arrivati a questa fase, che fa seguito a un periodo di sperimentazione preliminare durante il quale gli ambiti interessati sono stati:

  • la tecnologia necessaria per avere un euro digitale
  • gli eventuali rischi per la privacy e il contrasto al riciclaggio di denaro
  • i limiti alla circolazione dell’euro digitale
  • l’accesso degli utenti finali in assenza di connessione a Internet e agevolazione dell’inclusività con dei dispositivi adeguati

Da nessuno di questi aspetti sono sorti ostacoli tecnici, considerato che l’infrastruttura dell’Eurosistema per i pagamenti istantanei che soluzioni alternative come la Blockchain hanno dimostrato di poter trattare un numero di transazioni al secondo superiore a 40.000. Questa infrastruttura inoltre garantirebbe anche un’ecocompatibilità molto maggiore rispetto a quella utilizzata per le altre criptovalute, con un utilizzo di energia che viene definito dalla BCE stessa come trascurabile rispetto ad esempio a quella richiesta dai Bitcoin.

Le monete digitali nel mondo, quali altri stati si stanno preparando?

Fatte queste premesse, è attualmente in corso la fase di indagine pratica che potrebbe portare alla nascita dell’Euro Digitale. Sarebbe la prima valuta digitale al mondo? Verosimilmente no, visto che sono circa una cinquantina le banche nazionali che stanno già compiendo passi in questa direzione, con la Cina che sembra essere il paese dove la situazione è in fase maggiormente avanzata. Il Renminbi Digitale viene già sperimentato in alcune città del gigante asiatico, e il suo lancio ufficiale sembra essere prossimo. Anche questi segnali vanno comunque nella direzione di come questa scelta possa rappresentare il futuro delle transazioni digitali, garantendo a tutti i cittadini l’utilizzo di una valuta che avrà un corso e una stabilità garantiti dalla BCE stessa, potrà essere utilizzata in tutti i paesi dell’eurozona e avrà in rapidità e sicurezza i suoi cardini sul quale basare tutto il processo.

La moneta europea digitale e alcuni dei suoi vantaggi

Un aspetto importante della questione legata all’Euro Digitale è, come sottolineato dalla Banca Centrale Europea, la volontà di non andare a proporre uno strumento che ne vada a sostituire altri ma piuttosto una soluzione in più. Da Francoforte arrivano segnali che non puntano alla sostituzione del contante in primis, ma alla creazione di uno strumento che possa rispondere alle nuove esigenze dei consumatori, sempre più sottolineate dai volumi dei pagamenti digitali. I quali comunque sono già presenti nella quotidianità, ma hanno tutti un vincolo che li lega in maniera indissolubile: la necessità di legarsi a un istituto di credito, ad esempio attraverso un conto corrente, che possa fare da ponte durante il pagamento con una carta di credito. Con l’Euro Digitale questa necessità andrebbe a svanire, visto che si tratterà di una transazione in denaro diretta tra due entità. Così facendo sarà possibile portare a ogni utente finale diversi tipi di vantaggi, primo tra tutti proprio la diminuzione delle “spese fisse” dei sistemi di pagamento visto che non sarà più necessario un intermediario. Al tempo stesso le transazioni diventeranno ancora più immediate, e porterebbero inoltre a un deciso calo dell’evasione fiscale oltre che del riciclaggio di denaro, visto che prevedono una registrazione elettronica. Quello che è certo è che un’evoluzione del genere per la moneta unica europea sarà un impulso molto importante per un ulteriore balzo in avanti a tutto l’ecosistema dei pagamenti digitali.

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